L’INNOVAZIONE DEL SISTEMA PIANIFICATORIO/PROGRAMMATORIO

L’INNOVAZIONE DI METODO PROGRAMMATORIO-OPERATIVO DELLA PIANIFICAZIONE IBLEA
La proposta di Pianificazione Energetico-Ambientale di area NAT Iblei punta al coinvolgimento dell’intero sistema economico-sociale-amministrativo di area NAT Iblei, in quanto interviene consapevolmente rispetto agli originari indirizzi della RED II del dicembre 2018 che invitava gli Stati membri ad attivare provvedimenti normativi e regolamentari idonei a recuperare il forte ritardo accumulato nella transizione verso gli obbiettivi al 2030 in tema di energia e clima, ma senza che i preventivati alti costi finissero per gravare sulle Famiglie, Imprese ed Enti Locali.
Il Living Lab Smart land Iblei ha formalmente rappresentato alle Istituzioni regionali e nazionali la necessità di affrontare ai sensi della citata Direttiva la problematica complessa conducente all’indipendenza energetica delle Famiglie, Imprese ed Amministrazioni Comunali nel gennaio/luglio 2020, segnalando l’avvertita esigenza dell’attivazione di piani integrati d’area a ciò conducenti, nell’ambito di innovativi strumenti finanziari sia regionali che nazionali.
A fronte di tale avvertita esigenza territoriale di innovazione, si registrano aperture di visione che derivano dal recente Documento strategico per la programmazione FESR 2021-2027 della Regione Sicilia che sottolinea l’importanza rivestita dalla dimensione di area vasta e dalla necessità/opportunità di integrare politiche , anche di settori differenziati, nell’azione di attivazione di politiche territoriali e invita i Territori a predisporre piani integrati proiettati in un arco temporale di lungo periodo (anche oltre 10 anni) ed offre la possibilità/opportunità di costituire Uffici unici comprensoriali, a sostegno delle nuove aggregazioni territoriali della programmazione 2021/2027, quali le FUA, SIRU (Aree Urbane Funzionali – Sistemi Intercomunali di rango Urbano – ecc).
Tale corretto e quanto mai opportuno provvedimento presenta alcune criticità; infatti in quanto attualmente diretto ad una pluralità di Soggetti, diversamente portatori di competenze e funzioni rispetto alla medesima area vasta sub-regionale, avrà limitata efficienza ed efficacia rispetto alla necessità urgente di integrare politiche e fondi. Emerge con tutta evidenza che ancora il sistema istituzionale regionale e nazionale non ha ancora avviato e sperimentato un idoneo sistema di Smart Governance, capace di garantire dall’alto, ma di concerto con il basso le molteplici integrazioni di relazioni istituzionali e di funzioni interattive, necessarie per programmare, attivare e gestire piani-programmi integrati e complessi.
E’ nel vivo di tale “problematica complessa” che si inserisce la sperimentazione perorata dal Living lab Smart Land Iblei, che và alle soluzioni da modellizzare e capitalizzare, poi, su più vasta scala, nel merito degli Indirizzi per il coordinamento della politica di Coesione 2021-27 che indicano la necessità di garantire la piena armonizzazione, in un unico quadro programmatico, delle risorse finanziarie disponibili e il raccordo delle differenti fasi di utilizzo dei Fondi sia di livello europeo (FSE, FESR, FEASR, FEAMPA, NGEU) che di livello nazionale (FSC, politiche di settore e PNRR).
Il travaglio di Living Lab Smart Land Iblei ha concentrato ogni proprio sforzo in piena coerenza con tali attuali indirizzi regionali e nazionali, ponendo in evidenza la necessità urgente di attivare processi di sviluppo attraverso innovative forme di Politiche di Coesione e Sviluppo sostenibile, territorializzabili attraverso una innovativa forma di Dialogo inter-Istituzionale strutturato, capace di garantire la condivisione di piani/programmi, anche pluri-ciclici, e di definirli ed attuarli in progress, in tutte le loro fasi: ex ante, in itinere, ex post, tramite l’integrazione di politiche e fondi.
A partire da tale necessità di innovazione, attraverso il realistico obiettivo di giungere a quelle che il Living Lab ha avvistato come riforme minimali, è necessario implementare la sperimentazione (ricercata dal PO FESR 2021-27) che negli Iblei è già disponibile, a livello di territorio inter-provinciale di SR-RG-CT, con avvistata progettualità di Pianificazione Energetico-Ambientale di area NAT Iblei; sapendo, però, che affinché essa possa avere un concreto valore di riferimento per le nuove dimensioni territoriali, regionali e nazionali, occorre che tale sperimentazione riguardi anche l’attivazione della Smart Governance multiattore-multilivello che il Living Lab Smart Land Iblei, a suo tempo ha richiesto più volte.
SALVAGUARDARE LE CAPACITAZIONI LOCALI MATURATE E SVILUPPARLE A PARTIRE DAL “DIRITTO DI PARTECIPAZIONE”, PUNTANDO A URGENTI RIFORME (ANCHE MINIMALI)
Il diritto di partecipazione è un fattore determinante per connettere i fabbisogni locali e all’impiego delle risorse per soddisfarli; parallelamente il consenso all’uso efficiente ed efficace del diritto di partecipazione nei procedimenti pubblici che interessano il Cittadino, deriva dall’ acquisizione di idonee capacità istituzionali locali, chiamate ad affrontare la complessità delle problematiche locali condividendo la fase di ricerca delle soluzioni con la Collettività Economico-Sociale di riferimento. L’insieme di tali capacità, economico-sociali-amministrative, determina per l’area vasta e la Collettività di riferimento, il livello di capacitazione locale.
Tale concetto rispecchia i contenuti della traiettoria di innovazione “Smart Governance and Smart People” che è essenziale per dare efficienza ed efficacia a qualsiasi processo/azione di sviluppo, nel senso che: non può esserci un Governo smart/intelligente, che aiuta i Territori verso la coesione sociale e lo sviluppo sostenibile, se non c’è una Popolazione smart/intelligente, collaborativa ed intelligente a tal punto da assumere innovative funzioni e ruoli.
In merito a livello di capacitazione locale si evidenzia che il PPP Ibleo, attraverso cinque cicli di programmazione comunitaria, ha accumulato un background programmatorio-operativo, oggi implementato dal Living lab Smart Land Iblei, in particolare caratterizzato:
- dall’avere specializzato il Sistema compartecipativo di area vasta NAT Iblei, con competenze plurime interdipendenti quali:
- il GAL – Gruppo di Azione Locale, dotato di competenze FEASR;
- l’Agenzia di Sviluppo degli Iblei, dotato di competenze FESR/FSE;
- la Federazione dei Comuni Iblei;
- dall’avere positivamente sperimentato la funzione di Organismo Intermedio su tutti i Fondi SIE (Fondi strutturali e di investimento europei)
- dall’essere dotato di un PISS – Piano Integrato di Sviluppo Sostenibile, cofinanziato dalla Regione e dal CIPE;
- dall’avere stipulato il Patto della Federazione dei Comuni Iblei
C’è da sottolineare però che tale background programmatorio-operativo e tali buone prassi in tema di elevazione delle capacità locali (quali strumentazioni programmatorio-operative di interesse collettivo) non sono state opportunamente incentivate e sostenute nei cicli di programmazione successivi a quelli del 2000/2006.
Infatti in tema di sviluppo locale partecipato l’esperienza del ciclo di spesa 2000/2006 è stata entusiasmante ed altamente performante, in quanto attivata e gestita nei territori della Regione Siciliana da Uffici Unici Comprensoriali (alcuni con delega all’attuazione – come quello Ibleo), che hanno interagito in maniera attiva, efficiente ed efficace con il Dipartimento della Programmazione Regionale. Un’esperienza altamente positiva che portò benefici immediati, tangibili e concreti, in quanto i risultati attesi erano esattamente rispondenti ai reali fabbisogni locali.
A titolo indicativo si richiamano alcuni dati di tale esperienza regionale, riferiti alle performance del nostro caso Ibleo, attraverso l’Ufficio Unico PIT Hyblon e Tukles (la cui capacità di spesa delle azioni direttamente delegate dalla Regione per l’attuazione, sono state del 96,69%):
- Progetto ed Idea Forza, classificati al primo posto della graduatoria di merito regionale
- Classificato al secondo posto della graduatoria di merito della premialità regionale per capacità di spesa
- Generatore dei seguenti Piani e Progetti, territorializzanti politiche di sviluppo differenziate e complementari:
- Il Patto Territoriale Agricolo Val d’Anapo, generatore nell’area delle maggiori Aziende Agro-Zootecniche
- Il PISS – Piano Integrato di Sviluppo Sostenibile delle Valli dell’Anapo e del Cassibile, cofinanziato dal CIPE:
- classificato al secondo posto della graduatoria di merito regionale (dopo il Politecnico del Mediterraneo);
- citato quale buona prassi nel Piano di Sviluppo del Mezzogiorno;
- validato dal Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici della Regione Sicilia per un investimento complessivo di 176 Milioni di Euro;
- oggetto di coerenza con la programmazione regionale da parte del Dipartimento Programmazione Sicilia e di certificazione di utilità da parte del Presidente della Regione Sicilia.
Nonostante queste performance altamente positive, incredibilmente, il successivo ciclo di programmazione 2007/2013 dichiarava conclusa l’esperienza dei PIT e non prevedeva più alcuna forma di sostegno per gli attivati Uffici Unici.
Ciò ha comportato l’impoverimento, ed in taluni casi, lo smantellamento degli Uffici Unici, quali strumenti programmatorio/operativi di supporto alle Coalizioni Comunali di area vasta e, di conseguenza, ha ulteriormente limitato la capacità di spesa deli Enti Locali.
Gli effetti di tale incongruenza istituzionale sono andate tutti contro le economie reali ed hanno prodotto effetti devastanti, in quanto hanno inibito/bloccato una concreta modalità programmatorio-operativa che garantiva la formulazione di procedimenti amministrativi partecipati e, nei fatti, hanno bloccato il processo di crescita delle capacitazioni locali degli Enti Locali e delle relative Collettività per tutti i successivi cicli di programmazione, abbassando enormemente l’efficienza ed efficacia della spesa regionale, nazionale ed europea.
E ancora oggi si continua a subire le conseguenze di tali diseconomie istituzionali in quanto e non si sa come affrontare la complessità progettuale richiesta per utilizzare le opportunità dei Piani straordinari di intervento ex pandemia, dal PNRR al PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima), così come gli ordinari PO Sicilia (Programmi Regionali). È per questo che il Living Lab insiste nel richiamare il Dossier del Senato della Repubblica n° 22 della 17° legislatura, che stabilisce il rispetto del diritto di partecipazione dei Cittadini ai procedimenti amministrativi che li riguardano, non solo sotto l’aspetto formale, ma sostanzialmente in tutte le fasi del procedimento medesimo.
La mancata garanzia del diritto di partecipazione ancora più cocente appare nel Sud-Est di Sicilia, in quanto tale Territorio è stato già delegato all’attuazione di processo di sviluppo complesso, tramite Ufficio di Coordinamento, partecipato da portatori di conoscenza locale.
Il background programmatorio-operativo ibleo dimostra che l’intero suo processo di sviluppo integrato e complesso è stato caratterizzato e sostenuto sulla base del diritto di partecipazione dei Cittadini, attuato tramite organismi di partecipazione; ciò in quanto in Sicilia il principio costituzionale della partecipazione democratica è stato normato in forte anticipo rispetto alla relativa normativa nazionale. In tal senso si richiama la L.R. n° 9 del 1986 (che può essere considerata la primavera della programmazione regionale) istitutiva le Nuove Provincie Regionali, i cui artt. 1 e 2, stabilivano che il Piano di Sviluppo provinciale è redatto sulla base delle segnalazioni dei Sindaci e dei Soggetti privati operanti nel territorio provinciale, e l’art. 61 nominava una Commissione regionale per definire per legge gli Organismi di Partecipazione strutturati per partecipare i processi di pianificazione e sviluppo. Nello specifico caso del Sud-Est, il relativo organismo di partecipazione è stato operativamente attivato fin dal 1986 e fin dall’inizio è stato orientato ad operare sulla base della metodologia di piano integrato d’area.
A tale norma di governo e sviluppo provinciale, i Governi dell’epoca fecero seguire altri importanti impianti normativi inerenti la programmazione di sviluppo della Sicilia: lo sviluppo delle aree interne; la implementazione dei grandi sistemi idrici; la composizione dello Schema di Piano Regionale di Sviluppo, però mai andato in aula per l’approvazione.
La strategia complessa di tali esperienze fortunatamente non è andata perduta del tutto: il Sistema Compartecipativo Ibleo da essa è stato generato e sulla base della medesima ha fondato la sua strategia di sviluppo locale di tipo partecipativo dimostrando come la conoscenza e la partecipazione diretta alla formazione dei procedimenti programmatorio/operativi attinenti lo sviluppo, costituiscono una garanzia dell’esercizio del “diritto di partecipazione” qualecontributo costruttivo e non formale finalizzato a dare maggiore efficienza ed efficacia all’uso delle risorse pubbliche, in coerenza con i reali fabbisogni locali.
In ragione di quanto sopra, la presente riflessione richiama ancora una volta la necessità urgente di attivare una innovativa Smart Governance multiattore-multilivello, in grado di realizzare idonee riforme urgenti anche minimali, sia a livello regionale che nazionale, a partire dall’attuale PNRR, (specificatamente deputato alla attivazione di riforme, prima ancora che all’uso della massa di risorse economiche messa in campo) operando all’interno delle regole della Politica di Coesione e sviluppo, per garantire che i finanziamenti, territorializzabili e destinati per legge al Mezzogiorno (nella misura del 80%, insieme al 40% delle risorse del Fondo Complementare e del PNRR) raggiungano con efficienze ed efficacia le nostre Collettività, al fine di ridurre/eliminarne gli attuali divari socio economici.
Allo stato attuale, al fine di valutare il rispetto di tali quote, al di là dell’indicazione di qualche risultato relativamente positivo raggiunto da qualche ministero, non si mette in evidenza l’inefficienza ed inefficacia dell’impiego di tali fondi (peraltro doverosamente da sommare ai molteplici altri fondi pubblici territorializzabili), rispetto alla riduzione/eliminazione dei divari ed alla incentivazione reale di processi di innovazione e sviluppo sostenibile di Collettività operanti in aree vaste omogenee del Meridione d’Italia.
Il risultato evidente è che tali divari aumentano, così come aumenta il debito pubblico, che costituisce un ulteriore peso ed aggravamento degli svantaggi delle Collettività meridionali!